Smashing Pumpkins – Mellon Collie And The Infinite Sadness

Smashing Pumpkins - Mellon Collie And The Infinite Sadness

Devo ammetterlo, non mi sono mai stati simpatici… con superbia e conoscendoli superficialmente li ho sempre reputati sopravvalutati e noiosi. C’è un però in questo preambolo… mi sono dovuto ricredere, ho ascoltato in maniera attenta Mellon Collie And The Infinite Sadness cercando di comprenderlo – calandomi nella realtà storica nella quale è stato concepito – e andando oltre le sonorità, scoprendo sfumature che mi hanno spinto a scrivere questo pezzo e rimanendo piacevolmente sorpreso dalla riscoperta di questo album.

Voi direte: A me che perché dovrebbe fregare qualcosa di tutta ‘sta introduzione?

Niente, semplicemente non avevo la minima idea di come cominciare questo articoletto.

La durata del disco porta gli Smashing Pumpkins ad optare per una struttura dello stesso suddivisa in fasi: Dawn, Tea Time, Dusk, Twilight, Midnight e Starlight. Da questa composizione articolata nasce il paragone che Corgan – con modestia – sostiene fermamente: “Mellon Collie è il The Wall della Generazione X“.  Ci può stare.

L’aurora splende di luce propria con Tonight, Tonight, primo vero sussulto del disco, brano scritto durante il tour di Siamese Dream. Un crescendo marziale, cinematografico ed emotivamente di grande impatto che ben si coniuga con la voce nasale,  a tratti cacofonica di Corgan.

Tonight, Tonight – segue la strumentale Mellon Collie And The Infinite Sadness – resta ben impressa nella mente di chi era teenager negli anni ‘90 per il memorabile videoclip – tributo a Viaggio nella Luna di Georges Méliès.

Ma perché proprio Méliès? La scelta risiede nella copertina dell’album, in una immagine coordinata che sapientemente gli Smashing Pumpkins hanno costruito per questo disco – difatti l’artwork è una fusione tra il l dipinto di Santa Caterina d’Alessandria (realizzato da Raffaello Sanzio) e La Fedeltà di Jean Baptiste Greuze – che ispira decisamente le tipiche figure del cinema muto e fa scopa con le scenografie di Méliès.

Si prosegue con Zero, e con le sonorità ereditate da Siamese Dream, tant’è che effettivamente è stato il primo brano ad essere registrato per Mellon Collie, oltre ad esser stato scritto durante il tour del precedente album. Più che al brano, vero e proprio, l’aneddoto è legato al vestiario di Corgan; gli Smashing Pumpkins stavano attraversando il periodo della pubertà in cui si dovevan stravolgere il guardaroba per sembrar fighi e alternativi e allora succede sta cosa che Corgan trova ‘sta maglia con su scritto Zero che boia dé adesso è famosa un bel po’ e vale un sacco di danari.

La maglia venne prodotta da una compagnia di skaters di nome Zero Skateboards, e di li a poco fu fuori produzione. C’è chi pensa che l’utilizzo della maglia fosse una trovata promozionale legata al brano Zero e chi invece crede che Zero fosse un supereroe creato da Corgan basato su sé stesso (quest’ultima teoria sembra sia stata confermata da Corgan poco dopo la realizzazione dell’album del 2000 Machina/The Machines of God).

Fortunatamente sembra che Billy Corgan ne possieda diverse, ciò gli permette di mantenere lo stesso outfit di venti anni fa.

Va bè, fatto sta che viene indossata per la prima volta nel videoclip di Bullet with Butterfly Wings, ultima testimonianza videoclippistica dei capelli di Corgan e primo singolo estratto dall’album e apertura del lato Dusk (crepuscolo). Anche per questo brano si è andati a pescare dal periodo Siamese Dream (lo si può intendere dalle sonorità), ci sono sessioni e registrazioni in loop del 1993 che testimoniano la genesi di questo brano e del suo celebre riff di chitarra.

Ho fatto riferimento più volte all’era di Siamese Dream in quanto a cavallo tra la fine del tour e l’inizio delle registrazioni di Mellon Collie, Corgan ha scritto la bellezza di 56 brani… WOW.
Vabè l’ultimo di questi è stato 1979. Corgan lo considera come il brano più intimo di tutto l’album in quanto racconta il passaggio dalla fanciullezza all’adolescenza, la delicatezza e la tenerezza con la quale imprime i suoi ricordi da dodicenne (lui è del 1967) nel brano sono perfettamente riscontrabile nel sorriso genuino e nei momenti che ci mostra nel videoclip.

Mellon Collie è un disco infinito, un falso-piano all’apparenza piatto, ma quando lo affronti ti coinvolge, ti prende e ti accompagna per tutta la durata in un mondo sospeso, etereo. E’ una colonna sonora, è come vivere in una fotografia e per questo non voglio proseguire nel racconto ma credo sia giusto fermarsi con 1979.

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