
Passano sei anni prima del nuovo incontro tra Bituca ei suoi parceiros. Il Clube aldilà di quelli che sono stati i facili giudizi della prima ora, è conscio del valore del proprio esordio, e dopo aver vissuto uno stallo obbligato dalla situazione politica che affligge il Brasile di quegli anni, torna mettendo sul tavolo tutta l’esperienza necessaria per esaltare le vette raggiunte nel primo capitolo dei Bookhouse Boys brasiliani.
Come nella copertina del primo disco ci sono dei bambini che qui porgono le terga allo spettatore, intenti a scavalcare un muretto o contemplare il mondo sotto di loro e fregarsene di chi hanno alle spalle. Lo scatto è ad opera di Frank Meaddow Sutcliffe nel 1891, prende il titolo di Excitement, ed è probabilmente l’immagine più azzeccata da poter abbinare alla copertina del disco del Clube.
Un approccio meno articolato ma non tanto distante (idealmente) rispetto a quello scelto per la cover di Clube da Esquina, nella quale campeggiavano i due ragazzetti – Cacau e Tonho – immortalati da Cafi (al secolo Carlos da Silva Assunção Filho). Cafi si trovava nell’area del Rio Grande de Cima quando, vedendo giocare a pallone i bambini nello sterrato, ha inchiodato il maggiolino per scattare la foto che sarebbe diventata la copertina di Clube da Esquina: “un’illuminazione […] un’immagine forte. La faccia del Brasile.”
Naturalmente, tempo di rimettere in moto la macchina e Cafi si è già dimenticato il nome di entrambi. Qualche giorno dopo sviluppa la pellicola e convince Milton e Lô che quella sarebbe stata una copertina perfetta per l’album Clube da Esquina, dando adito alla leggenda che la foto ritraesse i due musicisti da giovani, salvo poi essere smentiti a più riprese e con maggior vigore una volta che i veri soggetti sono stati trovati.
Pertanto da questa idea principia anche la copertina scelta per il secondo capitolo della storia del Clube. Un disco che condivide il fanciullino nei ragazzi del Clube, con l’esaltazione dell’anima e l’eccitazione dell’esordio, valorizzando le sfumature della musica indigena, marcate e celebrate con pregio. La presenza di Chico Buarque, in Cancion Por La Unidad Latinoamericana (scritta proprio da Chico insieme al cantautore cubano Pablo Milanés), impreziosisce ulteriormente questo lavoro che esalta l’ecumenismo e l’enfasi posta sul concetto di internazionalizzazione.
Proprio il senso ecumenico che filtra dalla musica di Milton è un valore nodale della sua poetica, una ricerca che ben si sposa con quanto affermato da Elis Regina (presente in O Que Foi Feito Deverá) per descrivere la voce di Bituca. Una delle motivazioni che si celano dietro la deriva sociale di valori – e questo incedere trasandato – è la perdita della fede, di valori universali condivisi. Sicché in un brano nobile come Paixão e Fé (retaggio dei canti di fede interpretati in gioventù nelle chiese), si riesce a ristabilire una connessione col mondo ideale sognato da Bituca. Non è un caso che dei 23 brani a comporre il doppio disco, solo 11 portino la firma del nostro caschetto prediletto, un modo per lasciare voce anche a tutti gli altri interpreti che hanno contribuito a questo sforzo.
Con Clube da Esquina 2 giunge a giusto compimento una storia musicale che riempie l’animo di pace; un ascolto mai pesante, nel quale è possibile riconoscere le influenze nonostante siano talmente ben amalgamate da risuonare spontanee, e che – soprattutto -rende giustizia ad un talento ed un repertorio musicale come quello di Milton, troppo spesso trascurato…
ora, se desiderate, avete tutte le carte in regola per esplorarlo da conto vostro.
Ahimè questo viaggio in compagnia di Milton è terminato, mentre quello nel periodo più fulgido della musica brasiliana è appena cominciato.