Mark Lanegan – The Winding Sheet

Mark Lanegan - The Winding Sheet

Basterebbe solo questo “Mi ispiro a Jeffrey Lee Pierce. Pochi lo conoscevano, ma io ero un fan dei Gun Club“… evviva! Finalmente nel nostro spazio digitale giunge il buon Mark Lanegan, ovvero il fratello gemello di Will Ferrell e Chad Smith. 

Se qualcuno di voi è andato a controllare le date di nascita dei tre, notando delle discrepanze, non è colpa mia. Babbi che non siete altro. E se non l’aveste notato, è tornata la rubrica “Alegher, Alegher!”. 

The Winding Sheet è il disco d’esordio da solista di Mark Lanegan, che apre questa parentesi tra un disco e l’altro degli Screaming Trees dimostrando di avere un percorso più a fuoco ed interessante rispetto a quanto fatto con la band… un po’ come è avvenuto per Elliott Smith con gli Heatmiser 

Il risultato è un disco profondamente grunge – più lato Alice In Chains e Nirvana che all’altra frangia di Seattle – che si trascina di canzone in canzone con forza di volontà in un viaggio all’interno del proprio stato d’animo tormentato, contribuendo a formare alcuni dei cliché del cantautorato folk maschile contemporaneo. Per questo motivo, ascoltandolo oggi potreste avere la percezione di qualcosa di trito e ritrito… ma provate a tornare indietro agli inizi anni ‘90, immaginatevi quelle atmosfere e ne riparliamo. “Non sono il tipo dalla storia interessante. Sono solo un musicista che cerca di fare dischi per essere felice ed in pace con sé stesso”, questo riporta una delle sue prime interviste, una di quelle situazioni che Mark affronta con timidezza ed ermetismo capace di annichilire chi si occupa di fargli le domande. 

Il disco è un caposaldo del grunge, non lo scrivo tanto per… effettivamente le prove corroborano quanto riporto. Siamo nel 1989, quando Kurt Cobain e Mark Lanegan si prendono una bella sbornia insieme e decidono di buttar su una band insieme… parliamo dei The Jury la band che non vedrà mai la luce, composta da Mark Pickerel alla batteria e Krist Novoselic al basso, oltre che CobainLanegan. I due riescono anche a convincere Jonathan Poneman – il co-fondatore della Sub Pop – a registrare. 

Quando Marco e Curzio si presentano in studio non hanno di fatto nulla di pronto “sai abbiamo buttato giù un po’ di canzoni, ma non le abbiamo registrate e non ce le ricordiamo [seee… come no ndr]… facciamo qualcosa di Lead Belly al posto dell’altra roba”. Lead Belly, ve lo ricordate? Ogni tanto il suono nome compare nel nostro spazio digitale, probabilmente nel prossimo futuro gli dedicherò maggiori attenzioni considerando quanto abbia influenzato tutti quanti. Lanegan ricorda questo aneddoto aggiungendo “[Lead Belly] era uno di quelli che io e Kurt apprezzavamo e ascoltavamo insieme”. 

In questa sessione viene registrata una versione di Where Did You Sleep Last Night, che poi i Nirvana riproporranno nel famoso Unplugged (live fortemente ispirato da Winding Sheet, uno dei dischi preferiti di Dave Grohl). Fatto sta che progressivamente i due perdono interesse nel progetto e lo lasciano scivolare senza troppi patemi d’animo, al che la Sub Pop intuisce comunque il potenziale della situazione e propone a Lanegan di registrare il proprio album solista. 

Novoselic e Cobain vengono rimpiazzati da Jack Endino e Mick Johnson – il co-autore della maggior parte dei brani del disco, sostituto di Lou Barlow nei Dinosaur Jr., noché produttore del disco – anche se la presenza di Kurt Cobain resta nei cori di Where Did You Sleep Last Night e in Down In The Dark, a testimoniare che The Jury seppur per un breve periodo è esistito veramente e avrebbe garantito a tutti noi qualcosa di memorabile, chissà… forse qualcosa di simile ai Temple Of The Dog (in chiave più leggera, se leggera può essere una parola da associare al grunge e alle persone che lo hanno reso uno dei movimenti socio-culturali più influenti del secolo scorso). 

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Dinosaur Jr – You’re Living All Over Me

Dinosaur Jr - You're Living All Over Me

I piccoli Dinosauri hanno cesellato con dovizia e con una semplicità estrema il concetto di indie rock, un punk ordinato e una effettistica per chitarra che – coadiuvata dalla svogliatezza e disinvoltura di Mascis nel suonare – ha prodotto uno degli album più particolari e degni di nota degli anni ’80. Si anticipa tutto quello che poi verrà col grunge, dove la svogliatezza verrà sostituita dal rancore,  nel quale persisterà quel rumore di base che contraddistingue il sound della generazione X, una sorta di cuscinetto che tende a proteggere idealmente da quello che la vita ha tenuto in serbo per loro. Questo è l’album che indirizzerà i Nirvana e l’ala meno grunge del grunge, dove la distorsione della chitarra fa tutto – in comune con Cobain, il cugino It dei Dinosauri ha anche una Fender Jaguar, con la quale ricordiamo le volate chitarristiche di Curzio. Per trovare un altro anello a questa catena, possiamo dire che l’ispiratore dei riff e del ritmo “blando e scazzato” dei Dinosaur Jr è sicuramente Neil Young, col quale anche Cobain bene o male sarà ricollegato per la sua lettera d’addio.

Inoltre ha un filo comune con gli R.E.M. forse uno dei più importanti esempi di vero Indie Rock, un filo rosso che in dieci anni racchiude quello che l’America è e diverrà.

Mascis è il capetto sfigato che scatenerà diatribe con Barlow, allontanato nel 1989, ma quest’album aldilà delle supercazzole atomiche che ho raccontato finora, è fondamentale in quanto è uno dei pochi capolavori di genere Alternative/Rock fuoriusciti da quel medioevo musicale di nome “Anni’80”, ha un sound riconducibile agli anni ’90, ma al tempo stesso non ha quella pesantezza caratteristica della prima parte dei ninetees.

I Dinosauri sono una evoluzione naturale (o se vogliamo una necessità di sopravvivenza) dei Deep Wound – un gruppo che scoreggiava note e cazzutaggine, suonando hardcore e talvolta sfociando anche nel grindcore e nel death metal.

Il destino agisce in modi inaspettati e il Grande Tessitore volle che Mascis Barlow sconfiggessero la pubertà, ascoltassero nuovi generi e valutassero la possibilità di scrivere musica a ritmi più “rilassati” rispetto al passato.

Mascis dalla batteria passa alla chitarra, Barlow dalla chitarra al basso, alla batteria Murph completa la nuova formazione. Al Dinosaur, del nome iniziale, viene aggiunto un Jr. per evitare beghe legali dagli altri Dinosaur presenti (band composta da ex-Quicksilver ed ex-Jefferson Airplane).  L’idea del gruppo era quella di riproporre tutta la vecchia e nuova musica con una base di hardcore, il lascito di questo album è enorme, un pungolo ed una necessità soggetiva da parte dei Dino di migliorare le basi della musica. Perciò questo album resta sempre una trave portante posta dai Dinosaur Jr sul quale regge tutto quello che verrà poco dopo… come disse Mascis Barlow – durante il tour da spalla dei Dino ai Sonic Youth – : “You’re Living all over me”.

Temple of The Dog – Temple of The Dog (parte I)

Temple of the Dog - Temple of the Dog

Quando penso al concetto di superband è difficile per me non focalizzare l’attenzione sui Temple of The Dog. Molti di voi non conosceranno questo progetto… per carità, ce ne sono state a bizzeffe, come non pensare ai: Cream; Crosby, Stills, Nash & Young; Emerson, Lake & Palmer; Rockestra; Traveling Wilburys; Mad Season; Audioslave; Them Crooked Vultures

Però i Temple of The Dog a mio avviso spaccano di brutto e meritano di essere approfonditi prima di tutti gli altri.

Premessa…

Seattle è una città in fermento che sta vivendo una delle più importanti rivoluzioni culturali/musicali. Seattle è sicuramente paragonabile alla Firenze della metà del XIV secolo, e il Grunge è un Rinascimento musicale.

Il Grunge è un fenomeno esploso come una supernova e già consolidato in un battito di ciglia… non è  circoscrivibile solamente ai bermuda, ai capelli lunghi, ai calzettoni di spugna e alle Doc Martens. Dalla Emerald City emergono gruppi del calibro di Alice in Chains, Nirvana, Pearl Jam e Soundgarden.

Prima dell’ascesa di queste grandissime band, Stone Gossard, Jeff Ament (futuri creatori dei Pearl Jam) e Bruce Fairweather provenienti dai Green River, coinvolgono nel loro progetto il vocalist dei Malfunkshun, tale Andrew Wood creando i Mother Love Bone.

I Mother Love Bone sono una band ibrida che prepara il terreno all’ascesa del Grunge a Seattle, riuscendo a guadagnarsi il rispetto di tutte le band della zona (annoverando tra i vari gruppi spalla persino gli Alice in Chains) grazie al carisma ed al fascino dello stesso Wood, vero e proprio guru ed ispiratore delle band emergenti.

Andrew Wood è stato anche coinquilino di Chris Cornell col quale molto spesso ha collaborato aiutandolo nella stesura dei testi e nella creazione delle armonie dei brani. Nel periodo parallelo alla lavorazione dell’album dei Mother Love Bone, Wood comincia ad affrontare dei seri problemi di tossicodipendenza che degenerano in breve tempo e lo inducono ad un coma che si protrae per 3 giorni (giusto il tempo per dare l’opportunità ai suoi conoscenti di salutarlo per l’ultima volta) sino alla morte.

Questo è l’evento che porterà alla creazione dei Temple of The Dog… per maggiori dettagli, seguite il prossimo post 😉